Interventi dietetici in pazienti con steatosi epatica non alcolica: la nuova meta-analisi premia la dieta mediterranea

LA STEATOSI EPATICA NON ALCOLICA

La steatosi epatica non alcolica (Non Alcoholic Fatty Liver Disease, NAFLD) comprende un ampio spettro di patologie epatiche, che va dalla semplice infiltrazione di grasso nel fegato (una condizione benigna chiamato fegato grasso), alla steatoepatite non alcolica (Non Alcoholic Steatosis Hepatitis, NASH) definita come la presenza di accumulo di grasso nel fegato che genera lipotossicità e danno infiammatorio agli epatociti.  La malattia evolve progredendo dagli stati iniziali della steatosi  per arrivare alla steatoepatite, caratterizzata dall’infiammazione epatocellulare e dal ballooning (un rigonfiamento cellulare, noto come degenerazione balloniforme o a sfere). La steatoepatite   a sua volta può successivamente evolvere in fibrosi epatica [1-2]. La NASH fibrotica può progredire a cirrosi e poi degenerare in carcinoma epatocellulare. In diversi studi, a livello epidemiologico, è stata riscontrata una forte associazione tra la presenza di NAFLD e fibrosi e morbilità e mortalità (Figura 1) [3-4].Leggi tutto

L’acqua ricca di calcio fa venire i calcoli renali?

Esiste una diffusissima convinzione che il consumare abitualmente acque dure (ricche  in calcio) metta a repentaglio la nostra salute.  Sembrerebbe che preferire acque ricche di questo prezioso minerale possa essere la causa di dolorosissime coliche renali. Già perché il calcio contenuto nelle acque dure – in maniera analoga a quello che succede nella lavatrice non trattata con calfor – andrebbe a intasare il decorso delle vie urinarie e formando i calcoli.

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Malattia diverticolare : indicazioni dietetiche

1. I diverticoli

I diverticoli sono delle aree nella parete intestinale che si indeboliscono, cedono e formano delle piccole estroflessioni (simili a delle tasche) che si gonfiano verso l’esterno attraverso i punti più deboli della parete muscolare intestinale. Probabilmente, lo sviluppo dei diverticoli è correlato ad un’alterazione della motilità intestinale, a cui segue un aumento locale della pressione che determina una fuoriuscita della mucosa nei punti di minor resistenza dell’intestino

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