Il consumo di propionato, un conservante ampiamente utilizzato in pane, prodotti da forno, e aromi artificiali, induce l’aumentare dei livelli di diversi ormoni associati al rischio di obesità e diabete
A dimostrarlo una recente ricerca, pubblicata il 24 aprile 2019 su Science Translational Medicine, condotta da Harvard T.H. Chan School of Public Health in collaborazione con ricercatori di Brigham e Women’s Hospital e Sheba Medical Center in Israele,
Acido propionico e propionati
L’acido propionico (e i suoi sali) vengono utilizzati come additivo conservante. Vengono normalmente impiegati in piccole dosi, ma i dosaggi variano anche di molto a seconda dei vari alimenti. I propionati sono spesso presente in formaggi, nel pane (sono particolarmente usati i sali), nei prodotti da forno (sono particolarmente usati i sali), nel pan carré confezionato, nella pizza, nei biscotti, nei crackers ecc. Vengono identificati in etichetta in base al REGOLAMENTO (UE) N. 1129/2011 dai seguenti codici alfanumerici:
E280 acido propionico
E281 sodio propinato
E282 calcio propinato
E283 potassio propinato
Diabete e obesità una pandemia in continuo aumento
Più di 400 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di diabete e si prevede che il tasso di incidenza del diabete aumenterà del 40% entro il 2040, nonostante gli sforzi profusi per frenare la malattia. La spaventosa crescita dei tassi di incidenza di diabete e l’obesità degli ultimi 50 anni indicano che fattori ambientali e dietetici devono influenzare la crescita di questa epidemia. I componenti dietetici inclusi gli ingredienti utilizzati per la preparazione o la conservazione del cibo possono essere un fattore che contribuisce allo sviluppo dell’epidemia. ma ci sono poche ricerche per valutare queste molecole.
In questa recente studio, che combina dati da esperimenti sull’uomo e sul topo, i ricercatori hanno indicato che il propionato può innescare una cascata di eventi metabolici che favorisce l’aumento di peso e porta all’insulino-resistenza e all’iperinsulinemia, una condizione caratterizzata da livelli eccessivi di insulina.
La comprensione di come gli ingredienti degli alimenti influenzano il metabolismo del corpo a livello molecolare e cellulare potrebbe aiutare a sviluppare misure semplici ma efficaci per affrontare l’epidemia di obesità e diabete.
La ricerca
I ricercatori si sono concentrati sul propionato, un acido grasso a catena corta presente in natura che aiuta a prevenire la formazione di muffa sui cibi. Hanno prima somministrato questo acido grasso a catena corta ai topi e hanno scoperto che attivava rapidamente il sistema nervoso simpatico, che ha portato a un’impennata di ormoni, tra cui glucagone, norepinefrina e un ormone gluconeogenico recentemente scoperto chiamato proteina 4 legante gli acidi grassi (FABP4). Questo a sua volta ha portato i topi a produrre più glucosio dalle loro cellule del fegato, portando a iperglicemia, un tratto distintivo del diabete.
Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che il trattamento cronico dei topi con una dose di propionato equivalente alla quantità tipicamente consumata dagli esseri umani ha portato a un significativo aumento di peso nei topi, nonché all’insulino-resistenza.
Per determinare come i risultati nei topi potrebbero tradursi in esseri umani, i ricercatori hanno stabilito uno studio controllato in doppio cieco con placebo che includeva 14 partecipanti sani. I partecipanti sono stati randomizzati in due gruppi: un gruppo ha ricevuto un pasto contenente un grammo di propionato come additivo e l’altro gruppo ha ricevuto un pasto contenente un placebo. I campioni di sangue sono stati raccolti prima del pasto, entro 15 minuti dal pasto, e ogni 30 minuti in seguito per quattro ore.
I ricercatori hanno scoperto che le persone che hanno consumato il pasto contenente propionato hanno avuto aumenti significativi della noradrenalina così come aumenti di glucagone e FABP4 subito dopo aver mangiato il pasto.
Le conclusioni
Gli esperimenti condotti dai ricercatori indicano che il propionato può agire come un “distruttore metabolico” che potenzialmente aumenta il rischio di diabete e obesità negli esseri umani. I ricercatori hanno notato che mentre il proponiato è generalmente riconosciuto come sicuro dalla Food and Drug Administration degli Stati Uniti, queste nuove scoperte giustificano ulteriori indagini sulle alternative proponiate e potenziali che potrebbero essere utilizzate nella preparazione del cibo.
Bibliografia
- Sci Transl Med. 2019 Apr 24;11(489): The short-chain fatty acid propionate increases glucagon and FABP4 production, impairing insulin action in mice and humans.
- REGOLAMENTO (UE) N. 1129/2011